Analisi petrografiche: analisi che permettono di studiare le rocce, i minerali di cui sono composte e la loro struttura. Nello studio dei manufatti in pietra preistorici queste analisi sono utili perché permettono di individuare il tipo di roccia utilizzata e di risalire agli affioramenti geologici e di conseguenza alle potenziali aree di raccolta durante la preistoria. L’utilizzo del microscopio ottico permette di confrontare la composizione mineralogica dei reperti archeologici con quella di campioni geologici appositamente raccolti.
Archeozoologia: Disciplina che studia i resti degli animali presenti nei siti archeologici al fine di comprendere le relazioni tra il mondo animale e le comunità umane nel mondo antico. Indaga sia i mutamenti climatico-ambientali sia le attività economiche e sociali dei gruppi umani.
Armature: piccoli strumenti in pietra immanicati in serie uno accanto all’altro su un supporto ligneo o osseo per ottenere un’arma da lancio o da getto; uno strumento a dorso appuntito o con un margine tagliente veniva posto all’estremità superiore per favorire la penetrazione o il taglio, altri strumenti di forma triangolare o trapezoidale venivano immanicati ai due margini del supporto, creando così un arpone dentato. Si tratta in genere di strumenti microlitici.
Bulino: strumento in pietra tipico del Paleolitico superiore. La parte funzionale del bulino è un robusto spigolo (diedro) appositamente realizzato su una estremità della scheggia. Questo strumento veniva usato principalmente per incidere e praticare fori. Durante il Gravettiano nelle regioni tirreniche italiane si diffonde l’utilizzo di un tipo particolare di bulino denominato Bulino di Noailles la cui funzione era probabilmente legata al trattamento delle sostanze vegetali.
Corredo funerario: insieme di offerte rituali che accompagnano la sepoltura di un defunto. Eccezionali nelle prime sepolture che risalgono al Paleolitico medio (100-40 mila anni fa), si fanno consistenti nelle inumazioni del Paleolitico superiore.
Datazione radiometrica: metodo di datazione assoluta di un reperto organico (osso, carbone vegetale…) o inorganico (rocce vulcaniche, formazioni stalagmitiche…) basato sul decadimento degli isotopi contenuti nel reperto stesso. Il metodo più utilizzato è quello del Carbonio 14, basato sulla quantità residua di carbonio contenuta in un reperto e sul conteggio delle fasi di dimezzamento spontaneo del carbonio stesso che, dopo la morte dell’organismo, avviene ogni 5200 anni circa. Il metodo radiometrico contiene un errore sistematico dovuto a diversi fattori (contaminazione del campione, diversa radioattività presente nell’atmosfera nelle varie epoche, metodo di conteggio…).
DNA antico: Con il termine DNA antico (aDNA=ancient DNA) vengono indicati i residui di materiale genetico che si possono estrarre da una moltitudine di reperti biologici diversi per origine, età e stato di conservazione, come ossa, denti, tessuti mummificati, materiali vegetali, animali impagliati, preparati istologici, coproliti, manufatti, ecc. L’estrazione, la manipolazione e l’esame dell’aDNA sono operazioni estremamente complesse. L’analisi del DNA estratto da reperti antichi permette di ricostruire l’evoluzione molecolare, cioè il processo storico attraverso il quale i geni accumulano cambiamenti nel tempo. Ciò permette di rispondere a molti interrogativi relativi all’identità e ai rapporti biologici tra i gruppi umani estinti, di ricostruire i loro movimenti migratori e di studiarne l’evoluzione attraverso il confronto tra popolazioni antenate e discendenti. Grazie agli studi sul DNA antico è ora possibile rispondere ad interrogativi archeologici che l’antropologia classica poteva chiarire solo molto raramente. Ad esempio, si pensi alla possibilità di accertare i rapporti di parentela nel caso di sepolture multiple, di stabilire i pattern di migrazione riguardo al rapporto maschi/femmine nei colonizzatori di una determinata area, nonché di risolvere i casi dubbi di determinazione di sesso.
Dorso (strumento a dorso): termine tecnico indicante il margine di una lamella lavorato con una micropercussione destinata a conferire alla lamella stessa una forma predeterminata e a rendere il bordo più robusto. Gli strumenti a dorso sono caratteristici del Paleolitico superiore e tra essi figurano anche quelli di dimensioni molto ridotte (Microliti) usati per armare gli arponi da lancio (Armature).
Epigravettiano: stadio culturale della fine del Paleolitico superiore (19-10 mila anni circa) riferibile a Homo sapiens, che nell’Europa mediterranea indica l’evoluzione della precedente cultura detta Gravettiano. Viene convenzionalmente suddiviso in tre fasi: E. antico (19-17 mila anni da oggi), E. evoluto (17-15 mila anni da oggi), E. finale (15-10 mila anni da oggi).
Glaciazioni: fasi climatiche particolarmente fredde, con temperature basse anche durante le stagioni estive, che hanno causato la formazione di ampie calotte glaciali. L’aumento di queste ultime avviene a spese delle acque dei mari e degli oceani, con conseguente abbassamento del livello del mare (“regressione marina”) e successiva risalita durante le fasi temperate con lo scioglimento delle calotte stesse (“trasgressione marina”). Negli ultimi due milioni e mezzo di anni sembrano documentate circa 20 glaciazioni. All’interno di una glaciazione la fase di maggior espansione dei ghiacci è detta pleniglaciale. I periodi di miglioramento climatico tra una glaciazione e l’altra sono detti interglaciali.
Gravettiano: il Gravettiano (29-20.000 da oggi) è una cultura cosmopolita ed omogenea diffusa in tutta Europa. La sua evoluzione tecnologica consente di suddividere questa cultura in tre momenti, una fase iniziale (G. antico) con forte sviluppo di strumenti a dorso detti gravettes e, se di dimensioni ridotte, microgravettes; una fase media (G. evoluto) durante la quale ai dorsi si accompagnano strumenti specializzati come dorsi troncati, punte de La-Font-Robert con peduncolo per l’immanicatura, bulini di Noailles; una fase finale (G. finale) durante la quale a seguito del Secondo Pleniglaciale, tra 24-20.000 anni fa, che porta ad una limitazione delle comunicazioni e degli scambi culturali, si attua una certa regionalizzazione con l’introduzione di strumenti a diffusione geografica molto limitata.
Homo: genere comparso per la prima volta in Africa prima di due milioni di anni fa, come risultato dell’evoluzione del genere Australopithecus. Comprende più specie, convenzionalmente collegate ai diversi stadi culturali del Paleolitico: Homo habilis, vissuto in Africa (Paleolitico arcaico), Homo ergaster africano, erectu asiatico ed heidelbergensis europeo (Paleolitico inferiore), Homo neanderthalensis (Paleolitico medio), Homo sapiens (l’uomo anatomicamente moderno, specie alla quale apparteniamo, di origine africana risalente a circa 200.000 anni da oggi), che si diffonde in Europa a partire da circa 40 mila anni fa (Paleolitico superiore).
Industrie litiche: produzioni preistoriche di manufatti in pietra (selce, diaspro, calcare, ossidiana…).
Malacologia: Branca della zoologia che studia i molluschi (malacofauna).
Mesolitico: stadio culturale compreso tra il Paleolitico e il Neolitico (10-7 mila anni fa circa), caratterizzato dalla prosecuzione delle attività di caccia e di raccolta di tipo paleolitico, in ambienti modificati dal miglioramento climatico avvenuto al termine del Pleistocene con la fine dell’ultima glaciazione. Rientra nell’Olocene antico.
Microfauna: Animali di taglia piccola, per alcuni studiosi inferiori a i 5 kg, come chirotteri, roditori, lagomorfi etc.
Microliti: strumenti litici di ridotte dimensioni, con lunghezze che non superano i 25 mm.
Neolitico: stadio culturale successivo al Mesolitico (7-5 mila anni fa circa), caratterizzato da una rivoluzione nei sistemi di vita delle comunità preistoriche; iniziano le pratiche dell’agricoltura e dell’allevamento, si formano i primi villaggi stabili, nelle produzioni è introdotta la fabbricazione della ceramica. Inizia la navigazione organizzata senza coste a vista.
Ocra: minerale a colorazione giallastra o più spesso rossa, utilizzato come base per il pigmento colorato nell’arte preistorica e anche nelle sepolture.
Olocene: era geologica attuale, facente parte del Quaternario insieme all’era precedente, il Pleistocene.
Paleolitico: il più antico stadio culturale della storia dell’umanità, dalle origini (2 milioni di anni fa circa) sino alla fine del Pleistocene (10 mila anni fa). Viene convenzionalmente suddiviso in P. arcaico (le culture delle origini), P. inferiore (da circa 1 milione a 100mila anni fa), P. medio (100-40 mila anni fa) e P. superiore (40-10 mila anni fa).
Paleontologia: scienza che studia i resti fossili di animali e piante, nel loro contesto ambientale, vissuti sulla terra in epoche geologiche antiche (Archeozoologia, Malacologia, Palinologia).
Palinologia: scienza botanica che studia i pollini e le spore (Felci ed Equiseti). Queste microscopiche strutture vengono riconosciute e classificate in base a caratteristiche morfostrutturali (forma, ornamentazione, aperture, dimensione) che differenziano le specie vegetali. Campioni di terreno prelevati durante lo scavo sono sottoposti a specifici trattamenti per separare i pollini dal sedimento; al termine delle operazioni essi sono osservati al microscopio ottico binoculare. Il loro conteggio porta alla ricostruzione della popolazione floristica.
Pleistocene: era geologica collegata al lungo ciclo delle glaciazioni, terminata circa 10 mila anni fa, facente parte del Quaternario insieme all’attuale era detta Olocene.
Sauveterriano: uno degli aspetti industriali del Mesolitico europeo che, insieme al Castelnoviano, caratterizza la produzione litica ad armature. Essa comprende alcuni manufatti che la distinguono da altri aspetti, ad esempio la punta di Sauveterre, una punta con dorso bilaterale, e microliti geometrici di forma triangolare.
Sedimentologia: è lo studio dei sedimenti, dei processi e meccanismi di trasporto e sedimentazione in relazione ai diversi ambienti deposizionali ed alle possibili variazioni dei principali fattori naturali (clima e tettonica) o antropici.
Scheggiatura: insieme di operazioni tecnologiche eseguite su materiale litico per la produzione di un supporto (manufatto) e nella sua eventuale trasformazione in elemento funzionale. I diversi processi di scheggiatura consistono nello sfruttamento di un blocco, ciottolo, lista o nodulo di materia prima (selce, diaspro, ossidiana etc.) attraverso una seria ripetuta di impatti (tecnica a percussione) od una successione di compressioni (tecnica a pressione), esercitati in modo perpendicolare o tangente ad una delle superfici originarie del blocco di partenza. La forza in tal modo impressa determina una fatturazione lungo una superficie concoide e quindi il distacco di un frammento (supporto) con margini più o meno acuti e taglienti. Il vettore per imprimere tali forze è detto percussore e può avere una natura organica (percussore tenero) od inorganica (percussore duro), in funzione delle diverse tecniche adottate. Il suo impiego può essere diretto, ovvero imprimendo la forza direttamente sul blocco da sfruttare o sul margine da ritoccare, oppure indiretto, ovvero interponendo ad esso un manufatto, uno “scalpello”, destinato a trasmettere e a concentrare la forza in un punto predeterminato e localizzato. La scheggiatura e le metodologie ad essa collegate hanno subìto uno sviluppo parallelo a quello culturale, con un progressivo incremento e perfezionamento della conoscenza tecnica e gestuale e l’introduzione di espedienti sempre più specializzati, finalizzati ad una produzione seriale di manufatti con caratteristiche morfo- dimensionali ricorrenti.
Stadiale: episodio di clima freddo all’interno del periodo glaciale, intervallato con fasi mi miglioramento climatico dette interstadiali.
Stile franco-cantabrico: stile dell’arte paleolitica diffuso soprattutto nella Francia centro-meridionale e nella Spagna settentrionale; è caratterizzato da un vivace naturalismo, da una grafica attenta alle proporzioni e ai dettagli anatomici del soggetto raffigurato (soprattutto animali), con tentativi di prospettiva.
Stile mediterraneo: stile dell’arte paleolitica, così definito da P. Graziosi nel 1956, diffuso soprattutto nella Spagna orientale, nella Francia meridionale e nel territorio italiano. Le figurazioni appaiono più rigide e schematiche rispetto allo stile franco-cantabrico e comprendono anche una serie complessa di segni geometrici e lineari.
Stratigrafia: sovrapposizione di più strati di terreno che indica la successione delle culture.
Tardoglaciale: termine che indica complessivamente le varie fasi climatiche successive all’ultimo acme freddo dell’ultima glaciazione, comprese tra 20-10 mila anni fa circa. Corrisponde al periodo di diffusione dell’Epigravettiano nell’Europa mediterranea.