I manufatti in pietra, ovvero le industrie litiche, sono uno dei principali indicatori che permettono di caratterizzare, tra l’altro, le capacità tecniche dei gruppi umani e le varie attività di sussistenza.
Le industrie litiche di Grotta del Romito permettono una conoscenza molto approfondita delle produzioni del basso versante tirrenico, tra 24.000 a 9.000 anni da oggi.
Le materie prime litiche
La caratterizzazione delle materie prime litiche utilizzate nelle industrie preistoriche, che avviene attraverso analisi petrografiche, aiuta a capire il rapporto Uomo-territorio per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse e la mobilità dei gruppi umani.
Per quanto riguarda il Romito, la valle del Fiume Lao offre abbondante materia prima silicea adatta alle operazioni di scheggiatura.
Sono state ipotizzate due aree principali di approvvigionamento, una nei pressi della grotta, anche lungo il fiume Lao, in cui venivano raccolte selci nere locali e una seconda più distante in cui erano reperibili diaspri rossi e verdi e selci grigie di buona qualità.
Per procurarsi queste ultime era necessario valicare il crinale che separa la valle del Lao da quella del fiume Noce oppure discendere lungo la valle del Lao e poi percorrere la costa sino alla foce del Noce.
In sintesi, la raccolta della materia prima litica è avvenuta ad una distanza massima di 15-20 chilometri in linea d’aria dalla grotta, distanza che corrisponde a spedizioni che potevano essere coperte, fra andata e ritorno, in una giornata di cammino o poco più.
Le industrie litiche del Gravettiano
Le industrie litiche gravettiane sono caratterizzate soprattutto dalla presenza di punte a dorso profondo (gravettes e microgravettes), strumenti funzionali alla caccia.
Le industrie litiche gravettiane di grotta del Romito (strati da M a G, da 24.000 a 19.300 anni da oggi) bene si inseriscono nella fisionomia locale del basso versante tirrenico mostrando strette attinenze con l’area del Cilento (Salerno).
Nella regione basso-tirrenica si assiste prima alla diffusione della facies a bulini di Noailles. Il bulino di Noailles è uno strumento specializzato adatto a incidere e tagliare che caratterizza questa cultura. Originario della Francia meridionale, viene adottato nel resto d’Europa e in Italia lungo tutto il versante tirrenico della penisola.
Alla fine del Gravettiano, in un momento di isolamento per la rigidità del clima glaciale, si diffonde in Calabria e in Campania una produzione (facies a dorsi troncati) estremamente locale che chiude il ciclo Gravettiano.
Le industrie litiche dell’Epigravettiano
Dopo il Gravettiano, a partire da 20.000 anni fa ha origine una forte regionalizzazione delle produzioni litiche sia su scala europea sia su scala italiana a causa dell’isolamento dei territori per l’espansione dei ghiacci.
A Grotta del Romito la fase antica dell’Epigravetttiano è rappresentata dallo stato F (19-17.000 anni circa dal presente). Caratteristica di questa fase è soprattutto la presenza di strumenti a dorso specializzati, lame e punte, con una sorta di peduncolo basale (cran), funzionale alla immanicatura su un’asta, in modo da ottenere armi da lancio.
La fase successiva, corrispondente all’Epigravettiano evoluto (orizzonti E16-E10, da 16.000 a 14.500 anni da oggi), rappresenta una fase di passaggio tra l’antico e il finale con elementi legati alle due fisionomie.
Le industrie dell’Epigravettiano finale (orizzonti E9-E1, strati D e C, da 14.500 a 10.000 anni circa dal presente) presentano caratteri comuni dell’Europa mediterranea: progressiva diminuzione delle dimensioni degli strumenti, strumenti specializzati a dorso, piccoli grattatoi corti e subcircolari. Tra 12-10.000 anni da oggi si sviluppano alcuni caratteri (incremento di strumenti microliti, presenza di punte a dorso bilaterale e di armature geometriche) che anticipano modelli di manufatti mesolitici.
Nello stadio E. finale la regionalizzazione in Italia si fa ancora più marcata. Grotta del Romito è inserita in una vasta provincia culturale che comprende nel basso versante tirrenico anche la Campania e il Lazio.
Disegni di manufatti in selce dell'Epigravettiano
Le industrie litiche del Mesolitico
Le industrie mesolitiche, rinvenute sia nel riparo (strati 2-4) sia in grotta (orizzonti BB-A e B) e datate tra 10-9.000 anni circa dal presente, sono riferibili alla facies del Sauveterriano, uno degli aspetti culturali che si diffondono Europa nel Postglaciale durante la fase antica dell’Olocene.
In Italia, le industrie litiche di tipo sauveterriano, a differenza di quelle di altri aspetti mesolitici coevi (Epipaleolitico indifferenziato, Epiromanelliano), si diffondono su un areale molto vasto che si estende dalle Dolomiti al Salento, raggiungendo anche la Sicilia.
Le industrie litiche sauveterriane hanno caratteri che derivano dalle precedenti tradizioni tecnologiche delle comunità epigravettiane. In particolare, vanno ricordati alcune armature specializzate di forma geometrica da utilizzare nelle armi da lancio. Le loro dimensioni sono molto ridotte, comprese tra 10-20 mm.
Disegni di manufatti in selce del Mesolitico e fotografie di nuclei
Ipotesi di ricostruzione di un'arma da lancio