Questa inumazione, scoperta nel giugno 2002, ripete le procedure di seppellimento di Romito 7: il corpo è stato deposto in una fossa stretta e profonda e ricoperto da numerose pietre. Non è stato rilevato alcun elemento di corredo.
Gli studi hanno evidenziato che questo individuo aveva subito un trauma, del quale restano tracce evidenti sull’omero e sul cranio, che aveva probabilmente leso il plesso nervoso radiale causando la paralisi dell’arto superiore sinistro. La menomazione fisica impediva a Romito 8 molte delle più intense attività fisiche degli uomini paleolitici. Tuttavia, l’eccezionale usura delle superfici occlusali dei denti, usati come utensili per scopi non alimentari (lavorazione di legno tenero o di pellame o di altro materiale semiduro), indica che con la sua partecipazione ad altre attività contribuiva alla vita del gruppo nonostante la disabilità fisica.
Veduta laterale della mandibola di Romito 8.
Primo molare sinistro con corona usurata (a), fistola di un ascesso periapicale (b)
Romito 8 è quasi contemporaneo di Romito 7, di poco più antico, e risale anch’esso a circa 12.200 anni fa.
Anche di questo inumato è stato realizzato un calco che è esposto presso il locale Antiquarium.