Frequente è l’impiego di denti canini atrofici di cervo che erano ricercati per confezionare pendagli, bracciali, cuffiette per raccogliere la capigliatura, decorazioni degli indumenti.
Anche le conchiglie marine (gasteropodi, bivalvi e scafopodi) venivano lavorate e utilizzate come oggetti di ornamento.
Questi manufatti documentano i frequenti contatti con il litorale tirrenico per la ricerca di alcune specie, come Columbella rustica e Cyclope neritea.
Tra i vari oggetti rinvenuti si segnala il pendente ricavato da una valva di Glycymeris, sulla cui superficie è visibile un abbozzo di foro riconducibile all’azione manuale di perforazione con strumento litico.
Eccezionale è il ritrovamento di oltre mille conchiglie forate utilizzate, insieme a decine di canini atrofici di cervo, per abbellire la sepoltura del giovane Romito 9, conferendogli così un prestigio particolare.
L’uso di resti animali (denti, falangi) e di molluschi marini per la produzione di oggetti ornamentali è ampiamente documentato nel Paleolitico superiore in tutta Europa.